lunedì 27 maggio 2013

La forza nascosta

Uno degli aspetti più importanti da considerare quando ci si allena è decidere cosa allenare. Per quanto riguarda l’allenamento del sistema muscolo-tendineo-scheletrico, esso può essere stimolato con l’applicazione di una resistenza esterna. Sia che si tratti di un peso esterno, come nel caso della panca piana, sia che si utilizzi una parte del proprio peso corporeo, come avviene nei piegamenti sulle braccia, questa resistenza esterna avrà una certa qualità che è data dall’insieme dell’intensità (i kg), dal volume (numero delle ripetizioni) e dal recupero (la pausa che intercorre tra una serie di ripetizioni e l’altra). Dunque modulando la qualità della resistenza esterna si ottengono stimolazioni diverse e a volte divergenti tra di loro. Stimolazioni del suddetto sistema muscolo-tendineo-scheletrico che è riduttivo in quanto verranno coinvolti anche il sistema ormonale, cardiocircolatorio e immunitario. Tralasciando questi e focalizzandosi sui muscoli, si può dire che alla diminuzione dell’intensità, il volume aumenterà e il recupero calerà. A sua volta il volume verrà ridotto se l’intensità aumenta, in questo caso il recupero sarà mantenuto alto. Questa alchimia ha un senso, nel momento in cui si vuole allenare la resistenza del sistema o la sua espressione di forza. Per questo motivo è stato inventano il concetto di ripetizione massimale, una semplice prova dalla quale poter ricavare una certa percentuale detta allenante. Ma allenante cosa? Dipende appunto, allenante alla resistenza se si mantiene bassa o allenante alla forza se si mantiene alta. E fin qui tutto bene, fate i compiti a casa bambini e tornare domani. Ma non è così banale, perché noi abbiamo eliminato dall’equazione gli altri sistemi che però in realtà sono rimasti li, con le braccia alzate pronti ad intervenire ma debitamente ignorati. E invece questi sistemi contano e fanno la differenza. Prendiamo ad esempio lo studio condotto da Hoeger, dell’università di Boise, nello stato dello Idaho. In questa irridente città degli Stati Uniti, Hoeger nel lontano 1990 ha fatto fare una serie di prove a dei ragazzi per vedere quante ripetizioni potevano fare con una percentuale del loro 1RM. I risultati mostrano che alla stessa percentuale, esercizi diversi mostrano un totale di ripetizioni diverso che è a sua volta diverso tra genere e livello di allenamento. In pratica, ogni esercizio, ha una quantità di ripetizioni diversa in rapporto alla stessa percentuale. La cosa comunque molto interessante di questo studio è indipendentemente dal gruppo e dalla condizione di allenamento, l’esercizio della pressa delle gambe, è risultato essere l’esercizio nel quale le ripetizioni erano sempre molto più alte rispetto agli altri esercizi. Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che ci siano più muscoli coinvolti e che quindi si stancano più lentamente ma da farne da padrone è il realtà un altro aspetto. Le gambe sono sempre sotto sforzo dal momento che anche nel soggetto più sedentario che ci sia al mondo, le gambe saranno la parte del corpo che verrà più sollecitato. Quando si cammina, quando ci alza da una sedia per andare a sedersi sul divano, quando si entra/scende dalla macchina, le gambe sono sempre coinvolte. Questo significa che un poco intenso/poco frequente stimolo, rende le gambe più resistenti e più forti. Come? Ovviamente stimolando il sistema muscolo-scheletr... No. Quello che viene stimolato è il sistema cardiocircolatorio. Prendiamo per esempio la giornata tipo di una donna di oggi. Va in ufficio, magari prendendo l’autobus (10’ di camminata), poi fa un po’ di volte il corridoio per prendere le fotocopie, andare in mensa, prendersi un caffè, parlare col capo (mettiamo 20’ totali) e poi di nuovo a casa (10’). Mettiamoci una tappa al supermercato (altri 10’) e avrete notato che una signora non allenata avrà fatto un totale di 50’ di attività fisica a basso impatto. Leggete i manuali, questo tipo di attività stimolerà la forza muscolare quasi per niente, mentre avrà un leggero impatto sulla circolazione del sangue. Non a caso, sulla panca gli uomini allenati e non, con una percentuale del 40% del loro 1RM avevano lo stesso valore di ripetizioni. Altra curiosità, le donne allenate invece avevano un bel distacco rispetto a quelle sedentarie. Ora, in questo studio non è stato specificato quale alenamento di forza seguissero le persone dei gruppi allenati ma se prendiamo buono che questo sia un campione rappresentativo, possiamo immaginare che gli uomini si allenavano col classico 3x10 (alta intensità) e le donne con il 3 x20 (bassa intensità). Si pensa che per allenare la forza bisogna allenarsi con alti carichi ma in realtà anche bassi carichi possono essere utili e anzi, molto più efficienti. Infatti, se è vero che gli uomini allenati un valore massimale maggiore e completavano più ripetizioni a parità di percentuale rispetto ai maschi sedentari, le donne allenate mostravano miglioramenti in ogni campo.
Arriviamo alle conclusioni: Per allenare al meglio la forza occorre allenare la resistenza ma mi raccomando, senza esagerare altrimenti si rischia di diventare come quelli che corrono la maratona… Che cos’ho contro i maratoneti? Ve lo dico la prossima volta.


LB